#settimanapolitica2M

L’evento che apre la discussione politica di questa settimana è la tornata elettorale umbra:é stato il primo test elettorale della maggioranza parlamentare “giallorossa”. Con esiti alquanto netti.  La storica roccaforte umbra del centrosinistra è ormai un ricordo. Ia “Destra-centro”, a trazione “salviniana” ha sfiorato il 60% e stravinto con la propria candidata alla presidenza, Donatella Tesei. La […]

#settimanapolitica2M

L’evento che apre la discussione politica di questa settimana è la tornata elettorale umbra:é stato il primo test elettorale della maggioranza parlamentare “giallorossa”. Con esiti alquanto netti.  La storica roccaforte umbra del centrosinistra è ormai un ricordo. Ia “Destra-centro”, a trazione “salviniana” ha sfiorato il 60% e stravinto con la propria candidata alla presidenza, Donatella Tesei. La […]

L’evento che apre la discussione politica di questa settimana è la tornata elettorale umbra:é stato il primo test elettorale della maggioranza parlamentare “giallorossa”. Con esiti alquanto netti.

 La storica roccaforte umbra del centrosinistra è ormai un ricordo. Ia “Destra-centro”, a trazione “salviniana” ha sfiorato il 60% e stravinto con la propria candidata alla presidenza, Donatella Tesei. La discesa dei vari leader di governo, immortalati nella famosa “istantanea” di Narni, con l’unica eccezione del leader della neo formazione Italia Viva Matteo Renzi, non ha sortito nessun effetto sull’elettorato umbro.

Le proporzioni della sconfitta umbra per il maggior partito di governo (M5S) ha assunto picchi rilevanti: con il suo 7,41%,  si trova tre punti sotto Fratelli D’Italia e perde  circa la metà dei consensi nella regione rispetto alle europee. E’ palese che queste percentuali apriranno un lungo periodo di “guerriglia”all’interno del movimento. Vecchi rancori e nuovi dissidi legati alla composizione della squadra “gialla” nella formazione del secondo Governo Conte, esploderanno ora in tutta la loro pericolosità. Ma ancora più enigmatico risulta il rapporto tra il leader Luigi Di Maio con il premier Giuseppe Conte. Inoltre la prospettata alleanza M5S e Pd, per molti è vista come un vero e proprio problema. In molti colgono questa novità dell’alleanza M5S-PD-Sel per inaugurare un confronto, molto accesso, sulla leadership della guida dei movimento.

Lunedì 4 novembre la manovra arriva in Parlamento: il decreto fiscale alla Camera, il disegno di legge di bilancio al Senato.

La cedolare secca sugli affitti concordati resterà al 10% nel 2020. Nessun pericolo per i contribuenti che nelle ultime dichiarazioni dei redditi hanno applicato la tassa piatta sui canoni calmierati. Senza modifiche normative, dall’anno prossimo l’aliquota sarebbe salita al 15% e il Governo, nelle scorse settimane, aveva ipotizzato di stabilizzare il livello del prelievo a metà strada, al 12,5%. Tale annuncio aveva scatenato le proteste bipartisan delle associazioni della proprietà edilizia e dei sindacati degli inquilini. Il vertice di maggioranza, invece, ha prodotto un’intesa per rendere strutturale l’aliquota ridotta.

Le tensioni nella maggioranza non sono finite. Matteo Renzi nella sua intervista a “Il Messaggero” ha espresso molte perplessità sulle nuove imposte, che andranno a colpire nell’ordine plastica, zucchero e auto aziendali. Non a caso su questa ultima proposta è iniziata, sulla piattaforma web di Italia Viva, una raccolta firme per chiederne l’abolizione. Tasse che andranno a colpire senza ombra di dubbio la classe media. Ma la frase che ha aperto un nuovo terreno di scontro è stata la frase: “Avanti anche senza Conte”. A questo punto la replica di fuoco del Movimento non si è fatta attendere. “Non esiste futuro per questa legislatura se qualcuno prova a mettere in discussione il presidente Conte”.            

Una notizia di forte impatto sulla nostra economia è rappresentata dalla possibile fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e la francese Psa (marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors). Un accordo che potrebbe creare un gigante automobilistico da 50 miliardi di dollari (45 miliardi di euro) in termini di capitalizzazione di Borsa e circa 9 milioni di auto prodotte ogni anno.

Rimane da comprendere però chi avrà le leve del comando e della redazione del Piano Industriale e che futuro avranno gli stabilimenti italiani. 

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