#settimanapolitica2M

i principali avvenimenti della settimana politica appena terminata e alcuni spunti per quella che sta iniziando.

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i principali avvenimenti della settimana politica appena terminata e alcuni spunti per quella che sta iniziando.

Oggi ad Hong Kong si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio cittadino ( organo di carattere per lo più consultivo previsto dagli accordi tra Gran Bretagna e Cina, quando nel 1984 si decise la restituzione a Pechino della isola stesssa). Sono elezioni “particolari”, nel senso che non sono paragonabili a elezioni democratiche al 100% ma daranno sicuramente una idea a Pechino e anche al resto del mondo, su quella che è la percezione della “gente comune” di Hong Kong rispetto ai 18 mesi di proteste degli studenti e le loro rivendicazioni per il mantenimento del principio “Un Paese, Due Sistemi”, ovvero per il mantenimento della “diversità democratica” della ex colonia democratica.

Hon Kong può diventare una miccia accesa sul difficile equilibrio nella “guerra commerciale” tra Usa e Cina e in generale per i mercati internazionali. Perciò ciò che accadrà da domani in poi, a spoglio completato, sarà di fondamentale importanza per l’economia europea e quella italiana.

Da Hong Kong a Bologna: si è svolta la scorsa settimana l’assemblea nazionale del Partito Democratico nel capoluogo emiliano. Zingaretti ha ottenuto il voto favorevole della sua assise per abrogare l’obbligo di candidatura del segretario alla Premiership. Sarà la fine della vocazione maggioritaria del Partito che fu di Veltroni e di Renzi? Molto dipenderà da che tipo di discussione si avrà in parlamento nei prossimi mesi sulla legge elettorale. Di certo la Lega con Giorgetti, ha “aperto le danze” con la proposta di un ampio accordo per un sistema maggioritario.

Non si è discusso solo di questo a Bologna, ma si sono andati a ratificare alcuni elementi di novità come la piattaforma deliberativa on line, la nuova direzione nazionale e la creazione di una fondazione per la formazione e la promozione della cultura politica. Ma di fatto l’altra grande novità è l’introduzione della possibilità ( abbastanza “scontata” viste le intenzioni del segretario democratico) di una convocazione di un congresso straordinario su un tema senza che questo comporti l’elezione di un nuovo segretario e una nuova assemblea parlamentare. Ovviamente aleggia la possibilità da parte di Zingaretti di chiamare gli elettori e iscritti Pd a decidere su un accordo organico col Movimento Cinque Stelle.

Ma il “Movimento” vive una sua particolare instabilità: durante la settimana la piattaforma decisionale on line “Rousseau” ha sottoposto agli “aventi diritto al voto elettronico” la scelta se presentare o meno liste alle elezioni regionali di gennaio in Calabria e in Emilia Romagna. Di Maio aveva chiesto un voto negativo ma la risposta della piattaforma è stata al contrario positiva.

Da qui la “discesa a Roma” del “Garante” del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, che nella giornata di sabato ha fatto una “videodiretta” on line con Luigi Di Maio, al fine di legittimare nuovamente la sua leadership e per “certificare” la scelta di un accordo organico con il PD.

Da sottolineare che per partecipare a questo incontro , Di Maio, ha rinunciato a rappresentare l’Italia al G20 dei ministri degli Esteri previsto questo fine settimana.

La questione Ilva  e quella Alitalia, durante la settimana appena conclusa hanno avuto momenti “drammatici” per poi andare a posizionarsi su uno stato di “calma apparente”: Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, supportato in questo dalla “moral suasion” internazionale effettuata dal Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella, è riuscito a riportare al tavolo delle trattative i Ceo della ArcelorMittal a Palazzo Chigi.

Si lavora ora ad un nuovo Piano Industriale condiviso, che non preveda solo il destino dello stabilimento di Taranto ma di tutti gli altri presenti sul territorio nazionale. Conte, appoggiato in questo anche dal suo ministro per l’economia Roberto Gualtieri, ha paventato l’idea di una qualche forma di investimento pubblico che non vada a interferire con le normative europee  e che possa rassicurare i soci franco-indiani.

Per un’azienda che ancora non sa come uscirà da questa crisi ce n’è un’altra che invece dalla crisi n’è uscita, dimostrando che la volontà dei lavoratori può risultare decisiva. Stiamo parlando di una società che produce ceramica a Città di Castello. La proprietà con la decisione di delocalizzare in Armenia mette alla porta 11 dipendenti. Dipendenti che decidono di investire su loro stessi crando una nuova società. Decidendo di rinunciare alla loro disoccupazione e al TFR per investirlo nell’acquisto di macchinari e nell’affitto di un capannone. Un’azienda che in pochi mesi e già in utile.

Proseguono i lavori del Parlamento per la discussione sulla Legge di Stabilità. Se qualcuno pensava che da Bruxelles, la Commissione uscente, fosse prodiga di complimenti e doni verso il ddl inviato a Bruxelles, in virtù della natura prettamente europeista di questo esecutivo, plasticamente rappresentata dalla scelta di Gualtieri come ministro dell’Economia, quel “qualcuno” evidentemente si era sbagliato. E’ toccato al vice-presidente uscente della Commissione, Valdis Dombrovskis, recitare la parte del “poliziotto cattivo” per paventare  la ennesima “verifica” dei conti italiani in Primavera.

Solo che in Primavera, salvo sconvolgimenti epocali, ci sarà la nuova Commissione Ue, quella a guida Ursula Von der Leyen, nella quale il portafoglio degli affari economici è in mano all’ex presidente del consiglio italiano, Paolo Gentiloni. Vi è da pensare che forse la discussione sarà imperniata su basi diverse e più positive per il nostro Paese. O almeno si spera.

Nella Legge di Stabilità in corso di discussione nel Parlamento è stata inserita una modifica dei metodi e dei tempi di riscossione dei tributi locali da parte degli enti locali, che da ampi poteri di pignoramento e di blocco dei conti correnti nel caso di imposte non pagate. In alcuni casi non ci sarà nemmeno il passaggio con l’avviso Bonario, che di solito dava al contribuente il tempo di verificare con l’amministrazione locale, la esattezza o meno della sanzione. Italia Viva ha promesso battaglia e diversi emendamenti per modificare questa norma. Ovviamente si dovrà aspettare fine anno per valutare cosa ne uscirà fuori.

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