La settimana politica che si è chiusa, è chiaramente ben delineata sulle coordinate geografiche di Londra, precisamente Downing Street 10. Sarà infatti il leader del Partito Conservatore ( e Primo Ministro Uscente) Boris Johnson, 55 anni, già sindaco di Londra, a guidare per tutta la prossima legislatura la Gran Bretagna. Ma soprattutto sarà colui che forse, a distanza di circa tre anni e mezzo dallo svolgimento del famoso referendum consultivo sulla pemanenza o meno nella Ue del Regno Unito ( con l’esito che tutti conosciamo) a mettere la parola fine alla telenovela che tutti conosciamo con il nome di “Brexit”.
364 seggi su 650 alla Camera dei Comuni. Per risalire ad una vittoria dei “Tories” così dilagante, bisogna risalire al 1987 e alla figura carismatica di Margaret Thatcher. Mentre per risalire ad una sconfitta cocente come quella patita dal Partito Laburista di Jeremy Corbyn, bisogna andare indietro di 84 anni, al 1935.
Se la vittoria di “Bojo” chiude ( forse…) la vicenda della uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la straordinaria affermazione nei collegi scozzesi del partito nazionalista della signora Nicholas Sturgeon ( l’SNP), pone di nuovo di attualità la questione dell’esistenza stessa del Regno Unito. La Scozia ritornerà alla carica per chiedere un referendum sulla indipendenza. A differenza di 5 anni fa, non è in gioco solo il tema indipendentista ma la necessità e voglia degli abitanti di Glasgow e dintorni di rimanere nell’Unione Europea. Una voglia che , a dire il vero, non è solo scozzese, ma che sicuramente permea l’Area Metropolitana di Londra, guidata dall’erede di Johnson alla massima autorità cittadina, il laburista centrista Sadiq Khan, da sempre favorevole ad una ipotesi di status Ue per la capitale.
Comunque gli osservatori internazionali, sono abbastanza concordi nel ritenere che la vittoria della leadership di Johnson , così ampia, così travolgente, gli permetterà di andare a chiudere con le autorità di Bruxelles una “Brexit morbida”.Oggi il leader inglese non ha più bisogno di “lisciare il pelo” ai duri e puri brexitiani del suo partito. Si immagina quindi che il termine del 31 gennaio 2020, per la votazione sul testo concordato con Bruxelles sarà rispettato. Poi partiranno i negoziati per i “dettagli” di questa uscita..
Nel nostro Paese, abbiamo per la prima volta nella storia repubblicana, un Presidente della Corte Costituzionale, donna, Marta Cartabia. E’ una notizia importante che illumina sette giorni altrimenti caratterizzati dagli strascischi della questione “Open”. In tal senso è fondamentale ricordare l’intervento al Senato dell’ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel quale, citando Bettino Craxi e Aldo Moro, il leader fiorentino ricorda che, seppur nel rispetto della divisione dei poteri tanto cara a Montesquieu, non si può permettere al potere gudiziario di travalicare i confini di quello legislativo e determinare “volta per volta” cosa è un Partito rispetto a cosa è una Fondazione.
Il salvataggio delle Banche,pare essere oramai il tema ricorrente di questa fase di transizione tra la seconda e terza Repubblica. Dopo Banca Etruria, dopo Il Monte dei Paschi di Siena, è il default annunciato della Banca Popolare di Bari, a costringere il Governo Conte II a convocare di urgenza dei Consigli dei Ministri in sequenza, per evitare danni ai risparmiatori.
Italia Viva nella prima convocazione, si è trovata in disaccordo con il Premier per la celerità della richiesta non accompagnata da una altrettanto celere spiegazione della reale situazione della banca pugliese. In più il partito di Rosato e Bellanova ha teso ad evidenziare che qualsiasi atto che non si limitasse solo a salvare i risparmiatori ma che invece in qualche maniera mettesse in “posizione protetta” il management della banca barese, sarebbe destinato a determinare la fine stessa della ipotesi di salvataggio dell’istituto creditizio.
In tutto ciò, questa sarà la settimana in cui ci dovrebbe essere il primo voto alle Camere per la bozza finale della Legge di Stabilità. Si è obiettato che in questo esercizio, il parlamento sia stato poco coinvolto. SI vedrà, alla fine, statistiche alla mano se ciò è stato veramente così.
Da domani si apre la settimana pre-natalizia. L’attività parlamentare ne risentirà in maniera veloce e netta.